Andando sottoterra: DEATH LINE (AKA RAW MEAT) A 50 anni
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Andando sottoterra: DEATH LINE (AKA RAW MEAT) A 50 anni

Dec 02, 2023

"Ci sono tanti prodotti che si possono acquistare per tenere lontane le mosche dalla marmellata e i topi dal formaggio. Ecco qualcosa per tenere lontano il pubblico dalle sale... Il regista responsabile è Gary Sherman [1] e vorrei condannarlo alla pena di morte Linea circolare." ― Anon, Daily Express, Regno Unito, 1972 [2]

Politici squallidi e corrotti, bancarotta, disoccupazione di massa, politiche estere, bombardamenti autorizzati e compressione dello stato sociale... sembrerebbe che non sia cambiato molto nel Regno Unito dal 1972. In effetti, niente di tutto questo si limita a una mentalità da "Piccola Inghilterra" ― i ricchi si riempiono le tasche (e la pancia) mentre nutrono i poveri – mentre il resto del mondo si consuma nel caos. Non sorprende, quindi, che il cannibalismo e il colonialismo siano così intrinsecamente legati, offrendo la più cruda delle analogie durante i periodi di trauma collettivo sotto il dominio conservatore. Spesso in queste storie, l’ignoranza dell’uomo moderno invade qualcosa che ci siamo lasciati alle spalle e che ci consumerà tutti. Nativo, indigeno, primordiale; "incivile". Il carnivoro debutto di Gary Sherman Dead Line – che ha lanciato il suo feroce avvertimento mezzo secolo fa – riesce ancora a portare la minaccia vicino a casa, toccando il midollo della Gran Bretagna e dell'establishment. A un passo dagli effetti stantii delle produzioni Hammer e Amicus, questo è HG Wells attraverso il grintoso realismo [3] e la consapevolezza sociale di George A. Romero; una pungente satira underground che mastica lo scenario e rosicchia le ossa con dettagli sanguinosi.

Sequenza temporale

Uscito solo un paio di mesi dopo The Man from Deep River di Umberto Lenzi ― spesso considerato il primo film sui cannibali ― e quasi un decennio prima di Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato, Death Line si occupa più di commenti sul sistema di classe che degli aspetti più ampi dell'imperialismo. Tali temi venivano spesso mostrati nei famigerati film di sfruttamento italiani (nel bene e nel male), la maggior parte dei quali divennero esempi distintivi del sottogenere. Meno giungla, qui siamo nel territorio delle leggende metropolitane, che richiamano storie ispirate ai primi tunnel scavati sotto le industriose città del 19° secolo.

La morte era ovunque e le città crescevano, insieme a tutti i problemi che affliggevano le masse. Dopo la Grande Puzza del 1858, il Parlamento britannico si rese finalmente conto dell'urgenza di reindirizzare i rifiuti lontano dal Tamigi – un fiume di piscio e merda – proponendosi di risolvere il problema e creare un moderno sistema fognario [4]. La costruzione coinciderebbe con l'inizio della metropolitana di Londra; l'apertura della Ferrovia Metropolitana nel 1863 segnò non solo il primo tunnel ma anche la prima ferrovia sotterranea ― in espansione nel corso del secolo ― che scavava sempre più in profondità intorno alla sua capitale. Da questo momento in poi, le leggende vittoriane crebbero; l'afflusso di stampa di massa (e le loro storie) ispirato dal costante scavo di tunnel ― che avrebbe visto di tutto, dai Penny Dreadfuls agli editoriali che sfidavano l'immaginazione ― e, a sua volta, alimentando paura e frenesia.

Prendiamo ad esempio il "Maiale nero delle fogne di Hampstead", in cui la gente credeva che le fogne di Londra fossero piene di maiali mostruosi. Alcuni credevano che queste creature un giorno avrebbero trovato una via d'uscita dalla loro squallida casa e si sarebbero ribellate per tutta la città ― era una delle tante storie ― questa basata sull'idea assurda di una scrofa incinta che finisce nelle fogne, la sua prole mutata dalle acque reflue di cui si nutrivano. Non molto dissimile dalle leggende metropolitane statunitensi sugli alligatori che vagavano per le fogne di New York tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30.

Naturalmente, come già accennato, ci sono esempi classici in cui Death Line condivide altri parallelismi. Le osservazioni satiriche del racconto di HG Wells La macchina del tempo – la divisione (evolutiva) dei Morlock e degli Eloi – erano un'acuta metafora della divisione di classe. Wells approfondisce anche il potenziale mitico dei sistemi sotterranei che alimenta la coscienza pubblica. "Nell'Inghilterra vittoriana tale narrativa giocava sulle ansie generali riguardo al costo dell'industrializzazione e al risultato logico del capitalismo..." [5] In effetti, i ricchi diventano ancora più ricchi mentre la classe operaia oppressa è relegata a vivere nel sottosuolo. Una condizione “subumana” a cui si fa eloquentemente riferimento nel brano seguente: